Centro Studi Storico-Sociali Siciliani
"Banca dati di Letteratura e Poesia"
"Storia, Folklore, Arte, Mitologia"
"In tutto il mondo con i SICILIANI"

LE VOSTRE LETTERE


* Elenco di alcune lettere giunte in redazione *

Scriveteci: info@csssstrinakria.eu

Quanto liberamente espresso dagli Autori delle lettere pubblicate a titolo gratuito, non è indicativo circa la linea d'opinione editoriale del CSSSS.

COMPRA SICILIANO
    

E NOI STIAMO A GUARDARE ...

La Sicilia ha coltivato nei secoli una "vocazione multietnica". In diverse province siciliane ci dicono che gli extracomunitari lavorano sino a dodici ore al giorno e solamente per cinquantamila lire, al massimo settanta, mentre i nostri lavoratori non chiedono mai meno di settantamila lire pur lavorando di meno. La nostra gente è costretta giornalmente ad una concorrenza iniqua che la obbliga a rinunciare, sempre più spesso, a diritti conquistati con sudore e lacrime, nonostante le, ormai troppe, ingiustizie sociali subite senza aver poi usufruito di alcun aiuto. Per questi nostri corregionali, che versano nella disperazione, solo un diritto sembra oggi essere accordato loro quello di togliersi la vita o di esiliarsi. Al suicidio di Cimino di fronte alla finestra del Sindaco, al suicidio di due ragazzi in macchina e ai tanti altri drammi che quotidianamente vive la nostra gente, non si è ancora trovato alcun rimedio. D'altronde, perché interessarsi della sofferenza della nostra gente quando non è più di moda? Quante volte ci sentiamo ripetere che la nostra gente è povera perché è inetta, incapace, non ha nessuna voglia di lavorare, non sa conquistarsi una posizione ma soprattutto perché non vuole lasciare la sua terra, i suoi affetti più cari, i suoi sapori e odori mentre al contrario quando un extracomunitario è povero, tutte le colpe ricadono sulla società che ha abusato di lui, ed è quindi doveroso corrispondergli un sussidio mensile di oltre ottocentomilalire, quello stesso che potrebbe far vivere un po più decentemente la nostra gente, che nel frattempo urla di rabbia soffre e muore. Ma se in alto loco, grazie all'associazionismo ed ai sindacati, hanno deciso di riportarci ai tempi del latifondismo o a quelli anteriori alla rivoluzione industriale, lasciateci almeno la possibilità di gridare: No, noi non ci stiamo, e ne spieghiamo le ragioni. Poi, se dovessimo aver torto, ben vengano allora i mauriziani, i senegalesi, i cingalesi, i filippini, gli albanesi, i marocchini, i tunisini, gli algerini e perché no anche gli esquimesi. In tutti i casi, per questa nuova immigrazione, di popolamento ed economica, è più conveniente guadagnare 50 o 70mila lire al giorno e vivere di un sussidio qui da noi, piuttosto che lavorare dodici ore e più al giorno a casa loro e morire di fame. Ma questo "Eldorado siciliano" o "Terra Promessa" è favorito dalla stessa gente senza scrupoli alla quale la nostra classe politicante ha dato e continua a dare ospitalità. Ed a quegli utili idioti che cercano di paragonare la nostra emigrazione coll'attuale invasione che ha fatto della "Sicilia, il capolinea dei sogni" vorremmo ricordare che la nostra gente ha contribuito allo sviluppo economico del paese in cui si è installata al contrario dei nuovi arrivanti che prendono senza aver ancora dato nulla al paese che li ospita, anzi fanno di tutto per imporre i loro usi e costumi. Ed è di qualche settimana fa la notizia che nel programma pomeridiano, "Prima", i due presentatori di un servizio su Mazara del Vallo manifestavano la loro soddisfazione in quanto i bambini di Mazara si stavano integrando con successo agli usi e costumi della forte comunità tunisina presente in loco. Del resto, come affermare il contrario? In una classe di 30 allievi, il piccolo arabo, polacco, cingalese, esquimese. che si trova in mezzo a tanti bambini siciliani, col tempo si integra, diventando uno di loro; mentre quando su 30 allievi 25 sono figli di immigrati di decine di nazionalità differenti, alla fine saranno i nostri figli ad assimilare la cultura degli altri. Questo è quello che sta succedendo a Mazara, come del resto in tante altre città italiane. In poche parole siamo noi ad integrarci alle loro culture e non viceversa. Agli utili idioti vorremmo ricordare anche che partendo per l'esilio forzato imposto loro dopo l'unità d'Italia (briganti o emigranti), i nostri esiliati non portavano nei paesi, con i quali i nostri dirigenti li scambiavano con delle merci da importare, né armi, né droga e non invadevano interi quartieri di prostitute, spacciatori, accattoni, etc. Anzi i nostri esiliati sostenevano regolari visite mediche per poter ottenere il visto e se non erano ritenuti idonei venivano rimpatriati con lo stesso mezzo con il quale erano arrivati. Oggi, con l'invasione clandestina, oltre alle nuove epidemie, malattie credute da tempo scomparse, come ad esempio la tubercolosi, sono riapparse in tutta l'Europa mietendo vittime e sofferenze. Se negli anni '50 l'integrazione poteva essere un modo come un altro per uscire dalla situazione di cittadino di serie B, poteva essere aiutata in ogni modo non esistendo quei mezzi di comunicazione che oggi, alle soglie del terzo millennio, la tecnologia ci offre. Come si può parlare oggi d'integrare comunità differenti da noi per cultura, lingua e civilizzazione quando le facciate dei nostri edifici si ornano di antenne paraboliche che consentono un'informazione planetaria? Vi siete mai chiesti il perché del risveglio identitario delle nostre comunità ? Certamente non è dovuto ai miliardi inutilmente investiti per la diffusione e la cultura italiana o ai miliardi letteralmente buttati dalla finestra per organizzare corsi di formazione che sono solo serviti a finanziare le clientele dei partiti al potere, ma è dovuto principalmente e soltanto ai mezzi di comunicazione esistenti: ieri la televisione oggi e domani Internet. Nell' Eldorado Siciliano, vera Terra Promessa, è stata recentemente sottoscritta un'intesa tra imprenditori e sindacati per permettere ai lavoratori islamici di osservare il riposo del venerdi' e l'orario flessibile in occasione del mese sacro di Ramadam. Se i nostri "esiliati" avessero chiesto alle autorità che li ospitavano simili vantaggi, vi lascio immaginare quale sarebbe stata la loro reazione: licenziamento immediato, e per i nostri esiliati : rimpatrio immediato senza alcun foglio di via come fanno oggi le nostre autorità che poi aiuta gli espulsi a ritornare nel circuito clandestino. La cosa che più ci preoccupa è un disegno di legge a firma di Capodicasa e di Papania, che prevede che " alle elezioni comunali I cittadini stranieri residenti eleggano al loro interno "un numero di rappresentanti pari al 10% dei consiglieri assegnati al Comune. Tali consiglieri faranno parte - dice il test.o- del Consiglio con voto consultivo e saranno titolari di tutti I diritti goduti dai consiglieri comunali per il buon esercizio del loro mandato". Ma Capodicasa e Papania si sono almeno chiesti perché tanti extracomunitari di religione musulmana chiedano sempre di venire a casa nostra anziché migrare verso altri paesi islamici ?
E NOI STIAMO A GUARDARE...

Carlos Bertolotto

Compra Sicilia

    

Bruxelles

I problemi di Ginostra davanti al Parlamento Europeo

Dalla risposta della Commissione la Fondazione "L'Altra Sicilia" si chiede: CUI PRODEST? Grazie all'opera di sensibilizzazione incessante della Fondazione "L'Altra Sicilia", la vicenda dell'Isola di Ginostra e le vicissitudini dei suoi abitanti balzano all'attualità del Parlamento europeo, riunito in Assemblea Plenaria a Strasburgo, attraverso una interrogazione orale presentata nel "Question Time". Oltre alla penalizzazione subita dagli abitanti a causa delle direttive comunitarie sull'igiene e il trasporto dei prodotti alimentari, dall'interrogazione è uscita evidente la mancanza di adeguate infrastrutture portuali a Ginostra,ma anche la precarietà della vita sull'isola. Il commissario Byrne, rispondendo all'interrogazione, ha manifestato le sue perplessità circa i gravi problemi che vive Ginostra relativamente alla direttiva, il cui scopo primario, è quello di garantire eguale livello di protezione a tutti i cittadini dell'Unione, ma che a Ginostra, verosimilmente origina gravi difficoltà. Il commissario Byrne ha confermato che il dettato della direttiva è semplice e chiaro e non prescrive alcun metodo di trasporto complesso, soltanto un semplice container per il trasporto di generi alimentari. Meravigliandosi quindi delle difficoltà che incontrano I Siciliani di Ginostra, Byrne ha confermato che la direttiva sull'igiene, in ogni caso prevede deroghe che hanno soltanto la prerogativa di evitare rischi ai consumatori. Il commissario Byrne si è detto disposto ad esaminare in dettaglio la situazione di Ginostra per poter appurare eventuali mancanze del Governo e delle Autorità locali. La Fondazione "L'Altra Sicilia" si compiace di aver introdotto presso gli organi comunitari la vicenda di Ginostra e si dichiara preoccupata poiché dalla risposta del rappresentante della Commissione risulta sempre più evidente l'assenza delle autorità regionali, la mancanza di volontà di risolvere la incresciosa situazione di Ginostra, il ricorso a scuse che appaiono sempre più campate in aria e rinviano la soluzione di un problema che si è voluto creare a bellaposta. "Cui prodest ?" La Fondazione rimane vigile e si adopererà a risolvere il caso Ginostra attraverso una petizione al Parlamento europeo.

Eugenio Preta, Francesco Paolo Catania, Ivan Bertuccio, Adriano Longo, Carlos Bertolotto

Mitologia Siciliana

    

Serbia

La Terra: un viaggio all'interno

E` una storia del mio paese, facile da raccontare. E` la mia, e quindi, forse non rappresenta nulla. Ma bisogna leggerla "bisogna sempre vedere quel che non si è visto…vedere di nuovo quel che si è già visto…vederlo di giorno e di notte…"*(José Saramago) Magari questa storia ti darà qualcosa di nuovo, perché parla di un paese che ha una storia lunga alle spalle. E per capirne di più, non resta che provare a fare una passeggiata all'interno, da turista, per poi raccontare le emozioni, i ricordi. Vuoi provarlo? Oggi, in questo paese si vive ancora come in una favola, solo che ora le favole sono un po' diverse. ..Il mondo intero è cambiato e con esso anche le storie.. Il paese ideale per coltivare i desideri e magari una privata, personale follia.(E' difficile uscire fuori da questo paese, viaggiare da un posto all'altro, si è come "prigionieri".) Così, vivo in un paese pieno di desideri che non si avvereranno mai. Non è un'utopia, è la realtà.Forse è l'unico posto al mondo dove si sopravvive. Il desiderio esiste solo nel momento in cui non é soddisfatto e compiuto. Eppure, tanta gente che vive qui, sembra felice. Come mai? Moltissimi tra loro non hanno mai superato i confini del villaggio, alcuni invece, hanno intrapreso un viaggio senza ritorno, perché fuori dal loro paese, hanno la possibilità economica, si danno da fare, mettono la loro intelligenza al servizio dell'iniziativa privata o scelgono professioni legate al commercio.Molti sono attratti dalle cose futili, vivono in un mondo piccolo piccolo e sono soddisfatti, sono attratti più dagli hobby che dall'impegno sociale e politico. Ma parlando con loro si ha la sensazione che conoscano bene il valore delle cose e l'immensità del mondo. Io appartengo a quest' ultimi. Se entri nella mia follia privata vedrai una signorina che batte a macchina le sue storie, giacché il destino (o il carattere) le ha concesso di vivere felice a patto che sappia appagare la sua anima con quei racconti per almeno due ore al giorno sperando di far felice qualcuno. Perché le storie? Perché crede e vorrebbe che tutti credessero un po' più nelle parole, ne usimo molte e sentiamo il bisogno di usarle. La signorina di cui parlo, senza le sue esperienze oltre oceano (ma con la speranza di vedere tutto) anelava la sua terra, abbracciava la vita per la sua bellezza. Si trovava spesso nei boschi, ammirava le quercie, i faggi, i castagni…a contatto con la natura, in piena pace e tranquillità …a volte con la neve, vicino ai laghi con l'aria fresca. Credeva nei valori familiari, le persone sagge le avevano inculcato i principi basilari del cristianesimo, e perciò sapeva che la vita non poteva essere mai disgiunta dal dolore...... L'esperienza del dolore, certo è sempre dura, però sarebbe più sopportabile se dividessimo le fatiche e le sofferenze. Ed infatti,ogni esperienza individuale nasce dall'incomunicabilità. Ma forse solo una volta nella vita capitano cose del genere,anzi capitano certe notti, quelle oscure, fredde dormendo con gli occhi aperti, quelle notti che ti fanno tanto pensare, e tremare, e ne aveva alcune anche la signorina di cui parlo. Quando non riusciva a superare le sue paure provocate dai bombardamenti, dai rumori costanti in quella triste primavera nella terra natia. E spesso chiedeva a se stessa delle spiegazioni. Quanti pensieri attraversavano la mente, chiusa in una stanza senza la possibilità di uscire fuori. Poi, all'improvviso arrivò l'Amore in quella stanza…sembrava impossibile che portesse sbocciare in quello stato di guerra e di dolore. Un Amore fatto di sole parole, fatto di dialogo, si scambiavano parole dolci e affettuose, continuamente. Un fiume di parole…e certi silenzi ma gli sguardi e i gesti parlavano per loro. Una favola l'amore per un uomo? No non era una favola ma la realtà, una storia di vita vissuta. Poi sono rimaste solo le parole, quelle che sto scrivendo…E non è poco. Perché le storie racchiudono una saggezza profonda che trasmettono fiducia. Ma se non riusciste a trovare la saggezza, l'appagamento è assicurato. Perciò come ha scritto Ezra Pound: "Quello che più conta non è tanto l'idea ma la capacità di crederci fino in fondo."

Olivera

Compagnia Teatrale Attori 2000

    

Bruxelles

Comunicato Stampa

L'ABITUDINE AL SILENZIO !

Veniamo a conoscenza del fatto che domani, 3 maggio 2000, avrà luogo a Bruxelles una manifestazione che intende promuovere i vini siciliani. Si è ritenuto però opportuno limitare gli inviti ai soli deputati europei, all' assessore della Regione Sicilia, on Salvatore Cuffaro, al presidente dell'Istituto Regionale della Vite e del Vino, Leonardo Agueci, e all'on. Lulling, presidente dell'intergruppo "Viticoltura, tradizioni e qualità". Pur restando gli organizzatori liberi di invitare chi vogliono, la Fondazione "l'Altra Sicilia" deve però qui lamentare la mancata estensione dell'invito ai responsabili di quelle associazioni siciliane che tanto fanno per tenere alto il nome dell'Isola, pur fra tante difficoltà e incomprensioni: ma non ce ne stupiamo più di tanto. Una caratteristica dei politici nostrani sembra proprio essere quella mancanza di sensibilità che li porta ad agire obbedendo al vecchio detto: "passata la festa , gabbatu lu Santu." . Risiede in questo anche la causa del fenomeno dell'astensionismo e certamente il conseguente rifiuto del cittadino per la politica. Notiamo che tra i non invitati spicca un nome: quello del responsabile dell' Ufficio della Regione Sicilia a Bruxelles, avv. Francesco Attaguille, e la cosa ci impone una dovuta riflessione. Tralasciamo il fatto che tale Ufficio della Regione sia stato istituito presso Mondimpresa, filiale di Confindustria, a beffa di quei nostri corregionali - la Fondazione in prima linea - che avevano richiesto a gran voce la sua istituzione. Ma dal momento che lo stesso ufficio pesa sul bilancio della Regione Sicilia per più di un miliardo all'anno e neppure in questa occasione si è creduto opportuno associarlo ad una manifestazione ufficiale, ci domandiamo: a che scopo mantenere in vita una struttura alla quale non viene data alcuna visibilità ? A che cosa serve? A chi serve? In quanto associazione presente a Bruxelles, sottolineamo l'assoluta mancanza di visibilità di questo nostro Ufficio regionale, il cui responsabile non ha mai intrapreso alcuna iniziativa presso il mondo dell'associazionismo siciliano né presso quello delle istituzioni comunitarie per manifestare la sua esistenza formale a Bruxelles. In quanto impegnati in emigrazione, riteniamo sarebbe meglio, date le circostanze, destinare tale cospicua somma a creare occasioni di lavoro per I tanti giovani siciliani che vivono un paradosso: partiti per trovar lavoro hanno invece trovato disoccupazione. La Fondazione "L'altra Sicilia", prendendo spunto dalla manifestazione di domani sera, è quindi estremamente critica nei confronti della Regione Sicilia che, a discapito dei miliardi investiti , ma soprattutto delle legittime aspettative dei siciliani che vivono a Bruxelles e in tutta Europa, si distingue per la sua mancanza di attività, di iniziativa e di proposta che finisce per colpire direttamente gli interessi dei nostri corregionali che tanto avevano sperato nell'istituzione di una sede regionale che purtroppo dimostra di ricalcare il modello siciliano nella sua caratteristica peculiare: L' ABITUDINE AL SILENZIO.!
Eugenio Preta, Francesco Paolo Catania

    

Bruxelles

Una catena simbolica al sindaco contro la speculazione ecomafiosa di Ginostra

La Fondazione "L'Altra Sicilia" porta per l'ennesima volta in risalto la vicenda di Ginostra, dove 30 famiglie, sono costrette a vivere una vera e propria lenta agonia nel borgo in cui hanno scelto di vivere per anticiparsi il Paradiso, private come sono di elettricità, di porto, e dello stesso pane quotidiano, proprio per l'incapacità dimostrata dai politicanti di risolvere I problemi dell'isola, determinati tra l'altro dall'applicazione di una direttiva comunitaria sul trasporto delle derrate alimentari, che impedisce di fatto ogni approvvigionamento . La Fondazione ha portato davanti alle istanze comunitarie il problema di Ginostra e la risposta del commissario Byrne, incaricato della politica sanitaria e della tutela dei consumatori ha confermato l'atroce sospetto: l'abbandono sistematicamente studiato a tavolino di Ginostra, proprio per smembrare la frazione di Stromboli, esiliare le famiglie che vi vivono e consegnare il borgo alla speculazione ecomafiosa e disporre cosi' di un'oasi naturale da vendere ai turisti a prezzi inimmaginabili. Quelle trenta famiglie ora passano alle vie di fatto . Accompagnate da un rappresentante della fondazione, l'eoliano Adriano Longo, Renato Orlando e Giorgio Calarco, dopo essersi incatenati davanti al Municipio , consegneranno al sindaco una simbolica catena per associarlo finalmente alla loro vibrante protesta.


Capo d'Orlando: sconfessati I teoremi mafiosi


La Fondazione , che era già intervenuta nella vicenda Sindoni, si compiace del fatto che la strumentalizzazione a scopo politico architettata per stroncare l'opera intrapresa dall'amministrazione comunale di Capo d'Orlando e dal suo sindaco Sindoni sia stata sconfessata dalle logiche conclusioni dell'ispettore regionale che ha risolto finalmente il teorema , ristabilendo ufficialmente la verità. La stessa commissione antimafia aveva avallato l'ipotesi che I "professionisti dell'antimafia" avevano disegnato contro Sindoni, reo soltanto di ben operare e di aver favorito lo sviluppo della città di Agatirso. La Fondazione denuncia le strumentalizzazioni che partendo da basse leghe politiche, si risolvono poi nella criminalizzazione di tutti i siciliani, creano confusione e allontanano poi I visitatori dall' Isola nel momento in cui, il turismo e la fruizione dei numerosi beni ambientali e architettonici potrebbe contribuire a quel salto di qualità necessario per creare, coll'indotto del turismo, occupazione, lavoro e benessere per l'Isola e i suoi abitanti.

Eugenio Preta, Francesco Paolo Catania, Ivan Bertuccio, Piero Rizza

    

Bruxelles

Comunicato Stampa

Pilone di Torre Faro: Una realtà da non cancellare.

La Fondazione " L'ALTRA SICILIA " : - convinta dell'importanza del recupero del pilone di Torre Faro per poter creare un punto di aggregazione civile, sociale ed economico che manca in tutto il comprensorio peloritano; - sottolinea gli indubbi benefici sotto l'aspetto turistico che l'illluminazione del pilone ha dato a tutto il comprensorio e le ricadute in termini d'immagine che tutta l'isola ha così ottenuto; - allarmata per le dichiarazioni di sedicenti gruppi ambientalistici, che dalle brume della pianura padana si permettono non soltanto di discutere ma di criticare un'opera lontana dalle loro nebbie e dal loro ambiente seriamente degradato; - disgustata del fatto che un'associazione ambientalista autodenominatasi "Cielo buio", si fa promotrice dello scuramento del pilone di Torre Faro; - invita questi " anonimi ambientalisti " ad identificarsi con un indirizzo e un numero di telefono, invece di lanciare demagogici anatemi; - sollecita quei giornalisti distratti che sono diventati portavoce del "messagio" a verificare certe notizie prima di pubblicarle (vedi La Sicilia dell'11 maggio 2000); - auspica che le autorità locali non sospendano l'iniziativa anche da noi sponsorizzata dell'illuminazione del Pilone di Torre Faro e che una volta ultimata la manutenzione si proceda immediatamente alla sua riattivazione; - chiede ai cittadini delle due sponde dello Stretto di completare il messagio che la Fondazione "L'Altra Sicilia" ha contribuito a lanciare illuminando le strade dei ritorni consueti e invita le autorità locali a realizzare eguale illuminazione anche per il pilone di Santa Trada in Calabria; - chiede altresì alle autorità locali di impegnarsi a completare il progetto che aveva creato serie potenzialità di sviluppo per una zona ed una comunità da troppo tempo disattese nelle loro legittime aspettative di una crescita turistica.
La Fondazione " L'Altra Sicilia " invita tutti coloro che hanno a cuore questo progetto e ne condividono le finalità a inviare un messaggio di solidarietà al Comune di Messina, Fax: 090.718201 - 090.672347 e al Comune di Villa S. Giovanni, Fax : 0965.7934213.
Eugenio Preta, Francesco Paolo Catania, Ivan Bertuccio, Santino Arria, Mario Corrente, Pippo Sturniolo, Umberto Mazza, Adriano Longo, Piero Rizza, Angelo Roberto, Vincenzo Faraone, Giuseppe Catania, Tindaro Ceraolo, Antonino Catania, Franco Zanghì, Paolo Cacciola, Salvatore Cinardo, Franco Lo Niglio, Unione Siciliana Svizzera (USS).

    

Bruxelles

Lettera aperta all'on Papania, Assessore al Lavoro, Formazione ed Emigrazione della Regione Sicilia

Nel corso di una riunione urgente, organizzata nella sede dell'Istituto Fernando Santi a Palermo per discutere il decreto da Lei emanato il 23/3/2000 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Sicilia del 14/4/2000 sui Centri di Formazione Professionale operanti in Sicilia e alla quale abbiamo prontamente partecipato con il nostro responsabile dell'Istituto di Formazione Professionale ACS "Associazione Centro Servizi" di Trapani, con viva sorpresa abbiamo appreso che Lei aveva rinnovato la vecchia Consulta dell'Emigrazione della regione Sicilia, senza dibattito e senza discussione alcuna. Siciliani attenti alla realtà della nostra Isola, grazie ad una rete di reponsabili sul territorio e di coordinatori nelle varie province che ci tengono costantemente informati delle problematiche della nostra gente, ci permetta di meravigliarci per non essere stati nemmeno consultati. Per quale motivo non ha ritenuto opportuno consultarci ? La sorpresa nostra e dei tanti siciliani è stata grande, specie alla luce dell'informazione puntuale che mandiamo in Europa e nel mondo intero tramite il nostro bimestrale " L'Isola ", che Lei conosce, e il nostro sito internet. Propugnatori di un modo nuovo di fare politica, forse più etico ma certamente più pragmatico, capace cioé di associare più strettamente il cittadino alle decisioni dei suoi rappresentanti, avremmo preferito che l'Assessore della Regione avesse deciso di interpellare chi effettivamente fa emigrazione piuttosto che rinnovare vecchi nominativi ormai fuori tempo e fuori gioco, per la semplice ragione, e non vogliamo essere maligni, di semplificare le cose... I Siciliani chiedono attenzione e trasparenza; con la sua decisione Lei invece ha dimostrato vecchie logiche, vecchie mentalità, un vecchio modo di far politica che combattiamo e a cui ci opponiamo con forza.

Eugenio Preta, Francesco Paolo Catania,

    

Bruxelles

Lettera aperta ad un colsultore per l'emigrazione della Regione Sicilia

Ho letto l'intervista che ha rilasciato al settimanale "Rinascita" che si pubblica a Bienne in Svizzera e grazie ad essa finalmente ho scoperto che la Regione Sicilia ha un suo consultore anche in Svizzera.Confesso di non sapere quanti ce ne siano in giro per il mondo, e questa mia ignoranza non puo' derivare certamente dal lavoro che sviluppate, piuttosto rimarchevole. Lei dichiara di essere consultore da 20 anni e più, e io me ne rallegro. Ma sarebbe stato molto interessante se nell'intervista ci avesse spiegato almeno in che cosa consiste questa sua ultradecennale funzione. Non so quale associazione Lei rappresenti, non so di quale fantomatica struttura faccia parte, non ho il piacere di conoscerLa, come d'altronde non conosco i responsabili e gli animatori dell'Unione Sicilia Svizzera che hanno contribuito a farla uscire dall'anonimato pero' dalle sue dichiarazioni ho dedotto che voleva regolare i conti con il sig. Criscione. Tra l'altro Lei rimprovera a Criscione di essersi espresso in Siciliano. Forse pero' Lei non ricorda che il siciliano è una lingua e, come tale - visto che i partecipanti alla riunione erano siciliani - Criscione ha ritenuto, con ragione, di dare a questa nostra lingua, martoriata e dimenticata, anche a causa di gente come Lei, il suo giusto valore, esprimendosi in siciliano. Non credo che Leoluca Orlando se ne sia dispiaciuto, conoscendo peraltro l'interesse che il sindaco di Palermo porta alla nostra Isola. Lei rimprovera a Criscione di aver parlato a braccio, cioé senza uno scritto preparato, facendo un discorso alquanto sconclusionato e dicendo delle assurdità circa l'associazionismo Siciliano. No, egregio Consultore, la Regione Sicilia, come detto da Criscione, non riconosce l'associazionismo che opera all'estero, ma soltanto l'associazionismo presente in Sicilia e la nostra posizione, in questo campo concorda con l'USS: nessun privilegio a patronati ed enti esistenti, soprattutto se presenti in Sicilia. E' questo l'aspetto più vergognoso e negativo. Un monopolio assolutamente ingiustificato perché obbliga le associazioni a subire progetti e programmi falsi, fatti in Sicilia da gente senza scrupoli che fin ora ha solo, nella migliore delle ipotesi, sprecato miliardi pubblici. Lei dice di non aver capito il messaggio del Convegno, ben riportato nel suo stesso manifesto:" Gli Emigrati per la Sicilia e ...La Sicilia per gli emigrati?" Forse avrebbe potuto meglio svolgere il suo ruolo di consultore se avesse chiesto ai responsabili dell'USS cosa volesse significare. Altra controverità che ho rilevato è quando parla del voto dei siciliani all'estero dandone il patrocinio al sindaco Orlando. La Fondazione "L'Altra Sicilia" che mi onoro di rappresentare ha fatto sua, pur senza saperlo, dell'idea del voto che anni fa era stata lanciata dall'USS. E siamo in possesso della documentazione a riprova di quanto affermiamo. Ma Lei non può esserne al corrente, come forse non é al corrente che la regione Sicilia si è dotata di una sua bandiera. Le dico questo perché altri consultori del suo stesso stampo , qui a Bruxelles, non conoscevano, a parte la Bandiera, neanche la struttura che la Regione Sicilia aveva instituito e messo al servizio della Confindustria. Non crede che invece di criticare avrebbe fatto meglio ad informarsi per preparare al meglio questo convegno ? Non crede che in qualità di consultore avrebbe dovuto essere non il critico ma il motore di questo convegno ? Ma sappiamo bene che invidia, gelosia, meschinità, ipocrisia etc.. sono i principali motori che muovono quelli come Lei che per anni si sono solo serviti della nostra emigrazione e non hanno fatto niente per venirle al contrario in aiuto. Dalla lettura critica della sua intervista si puo' solo dedurre che questi sentimenti l'hanno spinta, al pari di tanti altri come Lei nel Mondo, a criticare quell'associazionismo che fa qualcosa senza chiedere nulla in cambio. Alla luce di tutto questo, io non ne andrei molto fiero, come lo è invece Lei. Far parte della consulta regionale dell'emigrazione che non è altro che una vera buffonata, soltanto una farsa che è servita soltanto a responsabili & Co per scopi turistici e gastronomici. L'USS, come la nostra stessa Fondazione, hanno fatto e continuano a fare qualcosa per i Siciliani che vivono e lavorano all'estero, e in Sicilia, convinti della necessità di un riscatto civile e sociale dell'Isola per poter finalmente abbattere nefasti stereotipi (mafia, usura, corruzione, criminalità ecc;) per portare avanti quel discorso di rinnovamento che deve passare soprattutto dalla rifondazione morale della classe politica siciliana. Se oggi la nostra Sicilia si trova in condizioni disastrose lo si deve soprattutto a quella classe dirigente, passata e presente, che nulla ha fatto e nulla vuole continuare a fare per la Sicilia e per i Siciliani. Basti pensare alle posizioni prese dai presidenti regionali del Polo che vorrebbero mettere in attuazione politiche che la nostra Regione possiede, come ha ben detto Vespa, solo sulla carta, sin dall'ottenimento del suo Statuto di Autonomia che è stato finora pesantemente disatteso. Prendendo spunto da questa sua intervista "sciagurata", la Fondazione "L'Altra Sicilia" ritiene giunto ormai il momento di riunire tutte le energie presenti in emigrazione al fine di preparare una normativa per l'emigrazione che sostituisca le due precedenti, affinché giustizia e rispetto siano resi alla nostra comunità all'estero e per dare all'emigrazione quel nuovo corso, da tempo atteso, che lo affranchi dalla sua forma attuale, mercantilista e partitocratica. Mercantilismo e partitocrazia dimostrata, ancora una volta, dall'attuale "onorevole" assessore Papania che, rinnovando la vecchia consulta per l'emigrazione, non si è preoccupato di consultare quell' associazionismo realmente presente ed operante nella realtà dell'emigrazione. Un solo consiglio possiamo dare alla nostra gente: "Siciliano, ricattura il tuo Statuto, smetti ormai di mendicare assistenza, soltanto cosi' diventerai ricco".

Eugenio Preta, Francesco Paolo Catania,

Lettere precedentiLettere successive

 

Il Giornale di Rocambole    Torna alla Homepage

Vuoi scrivere qualcosa? Inviaci una E-mail:


info@csssstrinakria.eu

Lavora con noi. Antica Compagnia Siciliana   Lavora con noi. Antica Compagnia Siciliana Lavora con noi. Prodotti di primissima qualità certificata. Alta Gastronomia; Finissima Pasticceria; Gustose Granite; Primi e Secondi Piatti Pronti. Prodotti Surgelati e freschi da banco.

Tutti i diritti sono riservati- Copyright 1996-2022
© Centro Studi Storico-Sociali Siciliani Catania
Realizzazione CEM 21/02/1996

Tutto il materiale presente in questa pagina è riservato. L'uso, l'utilizzo e il transfert sono soggetti ad autorizzazione.