Centro Studi Storico-Sociali Siciliani
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LE VOSTRE LETTERE


* Elenco di alcune lettere giunte in redazione *

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Quanto liberamente espresso dagli Autori delle lettere pubblicate a titolo gratuito, non è indicativo circa la linea d'opinione editoriale del CSSSS.

COMPRA SICILIANO

    

Francavilla di Sicilia

FRANCAVILLA DI SICILIA

Al paese teatro della passione del Cristo

Grande fermento a Francavilla di Sicilia per l'edizione speciale del Venerdi Santo, in coincidenza con le manifestazioni giubilari. La secolare tradizione della Passione del Cristo attrae in Città numerosi turisti e fedeli coinvolti dal sottile confine fra religione e folklore. La grande macchina organizzativa si è già messa in moto. Sindaco in testa, il prof. Salvatore Puglisi e il Comitato Organizzatore presieduto dal reverendo Orazio Fallone. Nata come semplice sfilata di fanciulli di padre Silvestro, nel 1865 fu modificata nell'attuale versione da padre Gaetano Calabrese. Negli anni del dopoguerra fu l'abile direzione del Commendatore Carmelo Orsini ha radicare ulteriormente la tradizione nel sentimento popolare. La Sacra Rappresentazione aveva luogo di sette in sette anni o di quattro in quattro e Francavilla ha sempre fornito la massa degli attori improvvisati, spinti allora come oggi dall'ambito privilegio di essere attori presenti. Cinquanta protagonisti, quattrocento figuranti, adulti, giovani, adolescenti, bambini, tutti danno il meglio di se; anche il pubblico, attento al passaggio dei carri ed ammirato per la plasticità dell'insieme. Grandioso spettacolo mobile che attraversa il centro storico; il palcoscenico è la strada, i marciapiedi, i balconi e le terrazze gremite. "La Sacra Rappresentazione costituisce per Francavilla un momento di particolare importanza; fa rivivere la tradizione, consolida il sentimento religioso per la passione del Cristo, ma serve soprattutto a veicolare attraverso il particolare momento di notorietà, tutte le Nostre energie potenziali, turistiche ed economiche, con l'utilizzo in quest'edizione dei potenti mezzi multimediali e della rete internet", riferisce soddisfatto il Sindaco Puglisi; "..abbiamo costituito una task force di risorse umane e di professionalità interne, per promuovere il Comune e l'iniziativa ad ogni livello di collegamento, turistico ed istituzionale; abbiamo richiesto ed ottenuto il patrocinio del Ministero del Turismo, della Regione Siciliana e della Provincia Regionale di Messina; faremo in modo che ogni Nostro Concittadino emigrato o residente all'estero venga raggiunto dall'informazione e dalle promozioni per poter assistere alla manifestazione e alle altre dell'anno giubilare, con sconti su viaggi e soggiorni". Intanto, il canto delle sessanta fanciulle, accompagnato dal corpo bandistico cittadino, ci accompagna romanticamente nella prima fila di uno degli spettacoli più affascinanti del palcoscenico siciliano.

Filippo Zullo Comune di Francavilla di Sicilia (ME)

Compagnia Teatrale Attori 2000

    

Comunicato Stampa

Ah la "Merica".!

Certo, ci vogliono sempre gli americani per spiegarci le cose e in questo caso sottoponiamo alla vostra attenzione i risultati di una conferenza che è servita, qualora ce ne fosse ancora bisogno, a dipanarci i misteri siciliani! Tante volte rileggendo i nostri comunicati, ci domandiamo se non stiamo esagerando, se poi non sia veramente il fatto di vivere lontano che ci fa vedere una realtà siciliana, deformata dall o specchio della memoria e della passione, forse troppo approssimativa e decadente, mentre invece i servizi e la politica sono allineati agli standard normali dei paesi progrediti, tutti fanno il loro dovere, la classe politica ricerca il bene del cittadino. Poi però intervengono gli americani, ah la Merica! e tentano di spiegarci le cose del nostro paese. Allora prestiamo loro attenzione perché ci sembrano più degli altri attendibili e lontani da ogni condizionamento. Il professor Robert Leonardi, inglese della London School ef Economics, a Messina per un convegno della fondazione Pulejo-Bonino, ci ha spiegato che l'Italia perderà una bella fetta dei fondi strutturali europei, gli stessi che hanno fatto "nuovi" Spagna, Iralnda e Portogallo, ad esempio, perché i nostri ministeri non hanno saputo redigere i programmi. Ci risiamo! E indovinate quale regione perderà i 12 mila miliardi dei fondi destinati allo sviluppo? Ma sicuro, la Sicilia! Questa volta un'amministrazione pubblica non all'altezza, non ha fatto una sufficiente valutazione delle potenzialità di sviluppo del sud del Paese, anzi ha suddiviso per zone i fondi, sperando forse che a Bruxelles fossero tutti scemi.... Noi vogliamo ricordare ai nostri cervelloni politici che ormai i soldi di Bruxelles obbediscono prioritariamente ad un elementare principio, che peraltro Spagna, Irlanda e Portogallo hanno ben compreso: non più domanda, ma offerta. La nostra classe politica non ha ancora capito che deve impegnarsi per costruire infrastrutture e servizi che favoriscano sviluppo e crescita economica, soltanto dopo, i flussi finanziari potranno arrivare da Bruxelles. Progetti seri si chiedono oggi ai governi, e non risse e spartizioni, come quella che divide oggi, diessini e asinello alla regione Siciliana. Noi, incontrando a Bruxelles il presidente della regione Angelo Capodicasa, davanti ad un piatto di spaghetti, avevamo discusso del governo della Sicilia e gli avevamo ricordato di diffidare dai faccendieri e dai capipopolo con una sola idea in testa: il loro portafoglio, e quella sera Capodicasa ci ha parlato dei programmi e di progetti rendendoci partecipi delle difficoltà che incontrava, sintomatiche del malessere della classe politica siciliana. Nonostante tutti gli sforzi, abbiamo sopportato come normale malattia, faccendieri e capipolo con la conseguenza che la nostra Isola versa sempre negli stessi problemi di ogni giorno.
Poi parleremo di "mafia", mazzette, burocrazia, consulenze di comodo, sempre credendo di essere i più furbi, ma regolarmente perderemo le opportunità di sviluppo della nostra Isola che non abbiamo saputo sfruttare né sappiamo sfruttare.

Eugenio Preta, Francesco Paolo Catania

Libri in Lingua Siciliana

    

Bruxelles

Comunicato Stampa

GINOSTRA: "ISOLANI SI, ISOLATI NO !"

Ginostra deve vivere, a dispetto di quanti si sono messi in testa di annientarne le caratteristiche, costringendo i suoi abitanti ad abbandonare le case e alla fuga da un borgo che il mondo intero ci invidia, obbligando quella gente siciliana, praticamente, alla deportazione. Certamente il problema di Ginostra è aggravato dalla stagione invernale. Se la stagione fosse bella, certamente ci sarebbero, fra i turisti, ospiti illustri che fuggendo dagli stress di ogni giorno, con una sola telefonata, riuscirebbero ad aprire le porte del cielo. L'inverno però lascia Ginostra sola ed isolata. La Fondazione "L'altra Sicilia" si fa carico oggi dell'ennesimo accorato appello degli abitanti di Ginostra, giunti ormai all'isolamento assoluto, all'impossibilità della stessa esistenza, per colpa dell'insipienza dei governanti, delle loro chiaccchiere, dell'ottusità di leggi che necessitano, e ci riferiamo alla normativa comunitaria, di essere adattate alle contingenze particolari, ai casi singolari, come quello di Ginostra. Dal 25 maggio scorso infatti a Ginostra, cui si accede soltanto via mare, "è proibito" fare arrivare qualunque tipo di derrata alimentare, per la mancata realizzazione di un porticciolo, che esiste anche nel più remoto atollo della Polinesia, ma la cui realizzazione, a Ginostra, diventa problematica e cervellotica. In virtù poi della direttive comunitarie che prevedono il trasporto di alimenti soltanto dentro carrelli frigoriferi, Ginostra ha visto le sue scorte alimentari azzerarsi, a causa anche della decisione della Siremar, compagnia marittima che serve l'isola, di sbarcare tutte le derrate alimentari destinate a Ginostra, a Stromboli, anche per mettersi al riparo da ogni possibile contestazione da parte dei Nas dei Carabinieri. Il disagio è grande, come la voglia di rispetto che la gente di Ginostra reclama da tempo. Le autorità, salvo poi a scandalizzarsi per un'organizzazione siciliana che osa impicciarsi di affari siciliani, non fanno niente, solo chiacchiere, che scorrono sul tempo come il "passio" delle passeggiate sulle nostre piazze siciliane, come quel mare che affratella e isola. La Fondazione non lascia soli i Siciliani di Ginostra, colpevoli soltanto di essere pochi e non rivestire quindi alcun interesse elettorale. Questo comunicato intende denunziare la situazione dell'isola, intende attirare l'attenzione delle autorità, ma soprattutto dei siciliani che vivono all'estero, sui problemi di Ginostra, ricordando loro che dovunque ci sarà da fare rispettare la Sicilia, saremo presente, a dispetto di tutto e di quanti lanciano anatemi e scomuniche. Ginostra lotta per sopravvivere e la Fondazione si schiera con Ginostra e a fianco dei suoi abitanti, nel loro movimento di protesta e chiede con loro : Il pontile d'attracco; la strada per consentire il passaggio di mezzi elettrici per il trasporto di rifornimenti, bagagli e persone; la centrale ad energia solare con rete sottotraccia visto che l'ENEL non intende stendere un cavo per collegare Ginostra a Stromboli né provvedere alla sostituzione delle batterie e alla manutenzione delle fatiscenti strutture fotovoltaiche esistenti da 10 anni, comunque insufficienti a fornire energia elettrica con voltaggio di 220 volt. La Fondazione torna a denunziare il rischio che una grande speculazione "ecomafiosa" possa farsi scudo delle bandiere della difesa dell'ambiente e della natura e, in defintiva, serva soltanto a far morire Ginostra, al pari della indegna campagna contro Ginostra, portata avanti in sede nazionale da un deputato dei Verdi. Contro la prospettiva di espellere la comunità naturale per sostituirla con una artificiale gestita da affaristi e formata da cultori di paradisi primitivi ed esclusivi, a favore della valorizzazione del borgo, gli abitanti di Ginostra, gli Eoliani, i Siciliani, combattono con determinazione e passione. Sollecitiamo inoltre tutti coloro sensibili al problema di Ginostra a farci pervenire le loro adesioni.

Eugenio Preta, Francesco Paolo Catania, Ivan Bertuccio, Adriano Longo, Piero Rizza, Angelo Roberto, Vincenzo Faraone, Mario Corrente, Giuseppe Catania, Franco Lo Niglio.

Libri in Lingua Siciliana

    

Bruxelles

Comunicato Stampa

I "PROFESSIONISTI" DELL'ANTIMAFIA A CAPO D'ORLANDO"

Interveniamo preoccupata nelle recenti polemiche che hanno investito un piccolo comune del messinese, Capo d'Orlando, un centro che è balzato alle cronache per la sua coraggiosa lotta all'estorsione organizzata, che ha dato l'avvio ad una rivoluzione civile e morale che si è fortunamente allargata a molti centri dell'intera Isola. L'intervento poi nella discussione di personaggi schierati politicamente come Capodicasa, Del Turco, Vendola e Bianco per menzionare soltanto i più titolati, ma anche i rappresentanti locali delle varie sinistre ci insospettisce e, inquadrato nell'attualità, fa pensare ad una facilona demagogia elettorale che fa però fa tanto male alla Sicilia. Diciamo basta al paradigma Sicilia=Mafia, equazione che ricorda soltanto i mafiosi e tralascia invece nomi come quello di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, che di lotta alla mafia ne avevano fatto una vera e propria ragione di vita, tanto più sentita e assoluta, quanto soltanto con l'assissinio e la morte se ne è bloccata l'opera. Diffidiamo dei professionisti dell'antimafia, parafrasando Leonardo Sciascia, di tutte quelle persone che di mafia e antimafia si pasciono e nutrono e che, di mafia ed antimafia dimostrano di vivere, sopravvivere e trarne il proprio tornaconto politico. Ricordiamo il caso di un ex magistrato siciliano, divenuto Sottosegretario della Repubblica, le cui " attività " avevano attirato la visita della stessa commissione antimafia a Messina, con una documentazione raccontata dalla Gazzetta del Sud, articoli che venivano censurati l'indomani, tanto sconquasso avevano creato negli ambienti politici non solo Siciliani! Putroppo le polemiche, e le accuse, venivano affogate nella decisione di tacere per non recare danno al piccolo partito a cui questo signore apparteneva e che si stava facendo spazio, senza suffragi ma con tanti dirigenti, nel governo, nel potere. Adesso i professionisti dell'antimafia hanno cambiato bersaglio e si sono concentrati su Capo D'Orlando, colpevole di avere un sindaco che non è amico loro, di rappresentare uno dei tasselli mancanti a quella scacchiera del potere a cui tengono tanto. Ed allora: Mafia! e al diavolo la Sicilia e chi di Sicilia invece si nutre. Al diavolo le accuse di mafia che verranno poi estese a tutti i Siciliani indistintamente, nei bar e nei ristoranti di tutto il mondo, dove la lingua siciliana porta un raggio di sole e un braccio di mare. Il sindaco di Capo d'Orlando è mafioso perché non è amico loro, perchè ha dotato la città di servizi validi, di strade, di verde e perchè quel centro, alle porte dei Nebrodi, stimola un'attività economica che nemmeno il capoluogo riesce a sviluppare; perchè è ordinato, e, in poche parole vivibile. Chiediamo a tutti i Siciliani di condannare queste attitudini e nello stesso tempo le manovre di questi professionisti dell'antimafia, personaggi che, cercando il loro tornaconto politico, trascinano poi nel fango l'intera nostra Isola. Basta con la demagogia ! Ritorniamo a ricatturare l'amore per la nostra terra. Tutti insieme, senza distinzioni di colore politico riusciremo a far rinascere la Sicilia, lavorando serenamente, ognuno nelle sue proprie responsabilità, governando o facendo opposizione, ma sempre nella chiarezza, nella trasparenza e nell'amore dell'Isola, della nostra terra.

Eugenio Preta e Francesco Paolo Catania

    

Bruxelles

GINOSTRA SEMPRE PIÙ ISOLATA

Mentre a Ginostra si continua a soffrire per il blocco dei generi alimentari a cui una normativa comunitaria obbliga gli abitanti, le autorità regionali si perdono nei soliti giochi di potere e dimostrano di non interessarsi dei problemi che affligono i cittadini. E la nostra Isola nel frattempo si muore. Ricordiamo che la normativa comunitaria che prevede mezzi refrigerati per il trasporto dei generi alimentari, che impedisce di fatto agli abitanti di Ginostra di sopravvivere nel Paradiso che si sono scelti, potrebbe venire superata soltanto dall'intervento diretto delle Autorità, e non dalle discussioni inutili di sindaci e cittadini. Riteniamo che le forze politiche dovrebbero agire nel solo interesse della Sicilia e dei Siciliani e trova quanto meno sospetto il fatto che si tenti invece di attirare l'attenzione altrove, come ad esempio a Capo D'0rlando, dove si chiede l'intervento degli amici "professionisti" dell'antimafia, mentre nulla si continua a fare per aiutare gli abitanti di Ginostra a superare il blocco attuato da una normativa europea ottusa che non si riesce a sanare. Il trasporto delle merci di Ginostra può essere sbloccato tramite l'ottenimento di una deroga alla direttiva comunitaria, deroga che puo' essere richiesta soltanto dalle Autorità. Ci chiediamo a questo punto se si vuole aiutare realmente questa nostra comunità isolata nella loro stessa isola oppure se si deve constatare che un gruppo di trenta persone non rappresenti alcun interesse elettorale. Ancora ricordiamo ai suoi corregionali che l'Isola non ha bisogno di difficili teoremi, peraltro "mafiosi", per inventarsi il futuro ma di seri progetti culturali che coinvolgano tutta la popolazione "al di qua e al di là del faro" .

Eugenio Preta, Francesco Paolo Catania, Ivan Bertuccio, Mario Corrente, Angelo Roberto, Vincenzo Faraone

COMPRA SICILIA

    

Brooklyn (USA)

CARO AMICO TI SCRIVO...

Caro amico, anche se questa lettera comincia come cominciano le lettere di certi "AMICI" che tu sei abituato a ricevere in periodo elettorale, io non sono uno di quei soliti sciacalli che ti chiamano "amico" tanto per prenderti per il c... allo scopo di strapparti, se possibile, il voto per poi infischiarsene di te e andarsi ad abbuffare alla mensa del potere.
Qui, il discorso è un altro. E voglio significarti che anch'io, come te, sono stanco di tutte le porcherie che hanno trasformato la nostra Isola in un pantano voluto ed alimentat o da TUTTI I PARLAMENTARI DELL'ARS con direzione politica a Roma. Qui, in sostanza, il discorso è una questione di DIGNITA'. È, cioè, un discorso che, se io fossi un ipocrita, come i cosiddetti uomini politici che abbondano nella nostra società, ometterei la particella dubitativa "se" e ti direi diplomaticamente: "Tu che hai certamente il senso della dignità...". Ma io non sono un ipocrita e per questo ti prendo per il petto della giacca e, guardandoti fisso negli occhi, ti dico senza cerimonie: " SE tu hai dignità, Se non sei - cioè - uno di quei galoppini elettorali al servizio di questo o quell'azzeccagarbugli a sua volta venduto ai partiti di Roma, cancrena della crescita del Popolo Siciliano, tu hai il DIRITTO-DOVERE, in quanto cittadino siciliano di ribellarti VIRILMENTE, dopo 140 anni di nefanda dominazione italiana".
TU, miserabile TERRONE, sfottuto a livello materiale e morale, da una secolare opera di rapine e di violenze; TU, carne venduta ai padroni di tutto il mondo dai negrieri locali, con l'eufemistica qualifica di EMIGRANTE; TU, siciliano fatto diventare ladro per forza, rapinatore per forza, traffichino per forza; TU, costretto a scegliere tra la DISOCCUPAZIONE A VITA, il LECCARE scale e parti corporali dei così detti uomini politici siciliani e fare il Carabiniere da esibirsi a bersaglio delle BR rosse e nere o Bande equipollenti italiane, TU DEVI REAGIRE!
La situazione è diventata intollerabile e QUI, in Sicilia, TUTTI vengono a fare i comodacci dei loro bisogni: una classe politica siciliana che, di legislatura in legislatura arraffa voti e poi non applica nemmeno LO STATUTO DI AUTONOMIA, corrompendosi e corrompendo in una girandola di schifosi scandali e intrallazzi; multinazionali che ti inquinano il mare, l'aria e la terra; speculatori che col consenso della classe politica locale e non locale che "CI MANGIA BENE", ti rubano il petrolio, i sali potassici e tutte le altre risorse, convincendoti mendacemente nel contempo che la Sicilia è "povera" (mentre loro continuano a bucare il nostro suolo, accaniti come pidocchi). Se hai DIGNITA' devi ammettere pure tu che non se ne può più e che è venuto il momento di dire BASTA!

Quarto Turri - Ministro degli Affari Interni dello Stato Siciliano in esilio -

    

Bruxelles

MESSINA: DALLO SPLENDORE DI UN TEMPO AL DEGRADO ATTUALE

Città stravolta dal cemento e dal disordine, lasciata ormai senz'anima; cittadini sempre più soli e distanti dalle istituzioni; nessuna opportunità di lavoro soprattutto per i giovani, costretti a partire o alla rassegnazione; l'aggravante ingiustificabile dell'apatia e della rassegnazione al degrado: questa potrebbe essere, a caso, la fotografia di uno dei 9 capoluoghi dell'Isola. A Messina succede di piu'. Oltre al vero e proprio stravolgimento della pianta urbana delle strade - il prezzo da pagare all'installazione di un'assurda linea tranviaria per la cui costruzione si è riusciti a sradicare alberi secolari, ma soprattutto a ridisegnare, in peggio, quella pianta stradale opera di un urbanista insigne quale Filippo Iuvarra, l'architetto messinese che aveva disegnato le strade della città di Torino, la residenza reale di Stupinigi, la basilica di Superga eccetera - anche le rare opportunità economiche versano in uno stato di crisi irreversibile. Denunciamo oggi la chiusura dello stabilimento della Birra Messina, unica realtà industriale che dal 1923 operava nella città, chiusura praticamente definitiva che avviene nell'assoluto silenzio delle autorità cittadine, con la complicità subdola dei sindacati e nella disinformazione totale dei cittadini. Nottetempo sono stati smontati e trasferiti via mare i grossi serbatoi di fermentazione della birra, azzerando praticamente l'attività dello stabilimento. Un pezzo unico, e non soltanto perché non ce ne sono altri, dell'industria messinese, conosciuta in tutto il mondo, viene oggi spostato in Puglia, con la logica conseguenza di ulteriori perdite di occupazione in una zona colpita da disoccupazione endemica, e la messa in mobilità di quei lavoratori che erano riusciti, negli ultimi anni, ad evitare i 50 trasferimenti già eseguiti. Denunciamo non soltanto gli amministratori e i sindacalisti locali, quali responsabili di quanto accade, ma anche le autorità e le organizzazioni sindacali nazionali che hanno acccettato il piano di ristrutturazione della Heineken, proprietaria ormai del marchio, supinamente e senza preoccuparsi minimamente della realtà occupazionale messinese. Messina perde cosi' un altro pezzo di storia e di anima, e lo fa in silenzio e rassegnata ad un degrado inarrestabile. Una città che sembra allontanarsi sempre di più dall'Europa, una città che, Capitale prima, Paladina di libertà poi, non riesce a ritrovare il coraggio e la dignità che l'avevano contraddistinta nel tempo.

Eugenio Preta, Francesco Paolo Catania

* Casinò dell'Etna:"LUCI ED OMBRE" *

    

Brooklyn (USA)

ANCORA DUE PESI E DUE MISURE...Il Casinò di Taormina

È ritornata sulla cresta dell'onda in questi giorni, come tutta la stampa ha messo in rilievo, la questione del casinò di Taormina. È chiaro che non la moralità e la immoralità del gioco in sè stesso ha mosso Roma contro l'istituzione del casinò ma ben altri motivi.
Cercherò di aprire gli occhi ai ciechi e di porre il problema nella sua vitalità e concretezza giuridica. In primo luogo bisogna stabilire se il Presidente della Regione Siciliana ha competenza ad emettere il decreto che autorizzi l'apertura del casinò. Sul punto mi pare di solare evidenza che il Presidente della Regione Sicilia trae tale specifica competenza dagli artt. 117 della Costituzione e 14 dello Statuto Regionale in cui si legge, fra l'altro, che l'Assemblea regionale ha la legislazione esclusiva anche in materia di turismo. Infatti nessuna dialettica può porre seriamente in dubbio che l'apertura di un casinò, del tipo autorizzato per Taormina, rientri nella materia turistica demandata alla competenza dell'Assemblea regionale. Inoltre bisogna por mente che le leggi promulgate dalla regione scaturiscono da una potestà legislativa primaria che la regione stessa ripete dall'ordinamento costituzionale dello Stato italiano, sicchè queste leggi non sono, non possono mai essere, per definizione testuale, il contrapposto delle leggi dello Stato medesimo. Ben vero che gli artt. 718-721 del codice penale vigente puniscono l'esercizio di giochi d'azzardo, ma è a tutti evidente che tale punibilità scatta solo se manchi l'autorizzazione amministrativa all'esercizio dei giochi anzidetti. Quando l'autorizzazione c'è, non può configurarsi illecito penale. E chi può dare codesta autorizzazione? Anche questo è semplice. Nel restante territorio nazionale, ovviamente il governo centrale; in Sicilia esclusivamente l'Assemblea regionale il cui Presidente è anche, si noti bene, rappresentante del governo in seno all'Ente regione, come espressamente recita l'art. 21 dello Statuto regionale. Ne deriva che l'autorizzazione data dal Presidente della regione quale espressione della volontà dell'Assemblea, è una autorizzazione data dal governo centrale, sia perché ha esercitato il suo potere primario di legiferare, sia perché il decreto di autorizzazione promana dal Presidente nella duplice sua veste di Presidente dell'Assemblea e di rappresentante del governo centrale in seno alla regione.
Accertato che il decreto legittimante l'apertura del casinò di Taormina promana dalla sola autorità che ha competenza ad emetterlo, l'annullamento decretato dal governo centrale è illegittimo.
In secondo luogo va detto che il decreto di annullamento, che voleva ristabilire l'ordine costituzionale che si temeva turbato dall'iniziativa regionale, ha violato esso stesso la legge. Infatti l'art. 21 del nostro Statuto regionale sancisce il diritto del Presidente della Regione di intervenire, col rango di ministro e con voto deliberativo, al Consiglio dei Ministri nelle materie che interessano la regione.

Quarto Turri - Ministro degli Affari Interni dello Stato Siciliano in esilio -

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