Folkore in Sicilia

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FOLKLORE E ARTIGIANATO

Giuseppe Pitrè, Il nostro maggiore studioso di tradizioni popolari della seconda metà dell'800, nel Primo volume della sua "Biblioteca ", considera la Sicilia una miniera di tradizioni, in un contesto ove popoli, provenienti da tutte le direzioni cardinali, sono passati o si sono insediati.

Ora che le fonti vive del folklore tendono ad affievolirsi, il Pitré rimane un importante punto di riferimento, per interpretare le residue tradizioni e ricercarne le radici.

Le feste, anche quelle religiose, quando esprimono rappresentazioni espropriate alla Chiesa, dal popolo che le ha poi gestite, riconducono ancora al passato, per quella veicolarità propria delle tradizioni.
'U Fistinu (il Festino), ad esempio, in onore di santa Rosalia, coinvolge autorità civili e religiose, impegnate a ricostruirne gli aspetti e i momenti, ma coinvolge emotivamente il popolo, che fraziona le celebrazioni nei quartieri, a modo suo ed a modo degli avi. Il rapporto popolo–santo produce una ritualità diversa, perché rivisita puntualmente una dipendenza dal sovrannaturale, in una terra bisognevole di particolari soluzioni ad angosce esistenziali. Sopravvivono, cioè, le tradizioni greche della protezione degli dèi. E gli dèi (o i santi della religione cattolica) possono anche essere puniti, se vengono meno all'attesa assistenza.

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Le feste del Venerdì santo, a Trapani, Caltanissetta, Palermo, Francavilla di Sicilia (ME) e altrove, richiamano i temi delle rappresentazioni religiose. A Prizzi (PA), nella stessa ricorrenza, la lotta tra angeli e diavoli ripercorre il tema dell'eterna lotta tra il bene e il male. Più o meno così anche per i Giudei di San Fratello (ME).

A Messina, il 14 agosto, cioè il giorno prima della processione dell'Assunta, due statue giganti vengono portate in giro dal popolo divertito, che canta ed intreccia danze di tipo moresco: la statua in veste maschile, Grifone, è un moro; l'altra, Mata, una bianca.

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Giuseppe Cocchiara, che proseguì l'opera del Pitré, aveva affermato che l'artigianato costituisce l'industrializzazione dell'arte popolare, intesa cioè come delega delle singole famiglie a far produrre ciò che prima si produceva soltanto per se stessi.

Spesso la disponibilità degli attrezzi facilita e incrementa l'attività artigianale, come ad esempio per l'arte figulina, ove, accanto ai più grandi produttori di Santo Stefano di Camastra (PA), di Caltagirone (CT) e Collesano (PA) , resiste ancora il vasaio col suo tornio di legno, pedale e piatto rotante, descritto da Omero nell'Iliade.

In via Calderai ed in via Argentieri, a Palermo, città dove varie strade presero nome dalle attività artigiane, esistono ancóra botteghe fedeli alla tradizione. Il "mastro" cioè il maestro, talvolta si fa artista, come Pasquale Amico, puparo di Catania, o Giovanni Matera, pastoraio, le cui statuine da presepe, con altri importanti reperti di tradizione popolare, fanno mostra di sé nel Museo etnografico Pitré di Palermo; ma anche in Germania, nel Museo nazionale di Monaco.

Sopravvive ancora l'arte del carretto siciliano. Il carretto non è più veicolo di merci o passeggeri, ma è spesso presente nelle feste, come celebrazione di se stesso.

I ferri battuti, che ebbero anni di gloria in epoca liberty, hanno ancora fortuna in varie località dell'Isola.

La lavorazione del corallo che ha vissuto a Trapani secoli di prestigio e ricchezza, ha un atteso ritorno proprio in questa ariosa città.

ALCUNE GRANDI MANIFESTAZIONI

Il popolo siciliano ama le feste, l'allegria, la socialità.

Il forestiero, il turista anche se è semplicemente del Comune vicino, è uno spettatore gradito e rispettato e, spesso, privilegiato. Chi viene in Sicilia, certamente non si annoia.

Alcune manifestazioni sono fisse e immutabili, altre scorrono di data, ed altre ancóra hanno ricorrenza biennale, e anche maggiore, per rispetto di antiche tradizioni.

Tra quelle minori, non sono da perdere le Sagre gastronomiche, e, soprattutto, le fiere e feste, ultima immagine della Sicilia di un tempo, che presto potremo vedere soltanto nei Musei etnografici.

Fonti:
Feste Popolari Nella Sicilia Orientale di Giuseppe Pitrè;
Feste Popolari Nella Sicilia Occidentale di Giuseppe Pitrè;
Di Alcuni Usi e Credenze Religiose della Sicilia, di Luigi Capuana;
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